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E’ stata un altra di quelle serate che non potranno non lasciare segni, un’altra assemblea delle grandi occasioni. L’occasione è data dalla nuova “prima volta” di Luca in una grande assemblea di movimento dopo la tragica mattina del 27 febbraio. E lui stesso, salutato da un lungo applauso e un alzarsi in piedi di tutti i presenti, ha comunicato la gioia di esserci di nuovo, presentando l’iniziativa di sabato 29 settembre “Ritorno al futuro”, quando si tratterà di tornare al pilone maledetto per riappropriarci una volta ancora di quella Val Clarea che da quando ci è stata sottratta viene progressivamente ridotta ad un cumulo di macerie. Ma gli interventi, anche questa volta, sono stati tanti e come sempre più spesso – e approfonditamente – succede, parlare di lotta al Tav è anche l’occasione per parlare di una più generale condizione di crisi ed espropriazione contro cui questo movimento, nel nostro paese, continua ad essere (per ora ma speriamo le cose cambino presto) l’unico punto di resistenza ed eccedenza. Una compagna ci ha tenuti/e aggiornati/e su quanto sta succedendo in Spagna, un medioattivista inglese miracolosamente sopravvissuto alla Diaz ci ha portato il suo saluto, un attivista No Muos ci ha invitati alla prossima manifestazione nazionale del 6 ottobre a Niscemi. E poi, molti come sempre, gli interventi che hanno analizzato la fase e le prossime, necessarie, mosse del movimento: il 6 ottobre al corteo NoTav TerzoValico da Serravalle ad Arquata, il 13 a Ravenna contro la Cmc e una nuova edizione di “Compra un posto in prima fila!”. E intanto, dopo il saluto di un no tav francese, diverse sollecitazioni e ragionamenti da sviluppare sul prossimo vertice Monti-Hollande a Lyon, dove i due presidenti intendono suggellare a dicembre il nuovo patto per il rilancio della “Grande Opera” sempre più inutile e costosa. E poi molte altre iniziative e proposte e riflesiioni. Quella di stasera è stata una volta ancora l’occasione per contarci/si, rivedersi e ritornare a confrontarsi tutti e tutte assieme dopo una lunga estate di lotta che ha visto una partecipazione ed un’intensità d’iniziativa straordinaria. Quanti dall’altra parte speravano di trovare un movimento rassegnato, diviso o disorientato è stato ancora una volta deluso. Erano di nuovo facce sorridenti e determinate, pronte ad un nuovo balzo in avanti verso il futuro, le facce che si sono viste questa sera al Teatro Polivalente di Bussoleno: almeno5/600 persone, forse più, posti a sedere e in piedi pieni, le porte di sicurezza aperte per far sentire l’assemblea anche a chi è rimasto fuori.

NoTav, sempre pronti e aperti al futuro!

Fonte: InfoAut

Clicca qui per vedere la registrazione integrale dell’assemnlea No Tav

 

Chiomonte (Val Clarea) lanci di uova e vernice contro i devastatori del cantiere Ltf. Ancora un’azione rivolta a fare pressione verso il fronte delle ditte devastatrici del territorio valsusino. Da alcune settimane infatti la già tanto declamata Geomont di Bussoleno sta procedendo nelle opere di consolidamento del cantiere ltf di Chiomonte. Dopo aver completamente devastato la porzione di territorio recintata con il taglio completo della vegetazione, le ditte e i devastatori presenti in val Clarea si stanno preparando a livellare il terreno su cui andrà allestita la piattaforma di scavo. Questa azione come molte altre che seguiranno nei prossimi mesi fa parte di una molteplice campagna di pressione rivolta ai mandanti e agli esecutori materiali della devastazione della valle di Susa. Non basteranno infatti e non sono bastate le reti e la polizia a fermare il movimento no tav, nessuno potrà mai distruggere la val di Susa in tranquillità. Il luogo dell’azione dimostra come in pieno giorno, nella porzione di territorio più militarizzata e protetta sia possibile agire. Un sistema di difesa assolutamente incapace di rallentare l’iniziativa del movimento, determinato nel suo unico obiettivo, la difesa della terra in cui vive e vuole vivere nel suo futuro. Proprio nel luogo e nel momento in cui si sentivano più al sicuro sono stati raggiunti, da lì per alcune ore sono fuggiti, impauriti e stupiti al tempo stesso. Partiranno da ora centinaia di attestati di solidarietà ai “lavoratori colpiti” durante il loro “lavoro”. Queste sterili vetrine, senza alcun dispiacere, non ci interessano, non ci sarà pace per chi pensa di lavorare e invece distrugge. Lo abbiamo chiarito, con assemblee, volantinaggi, interventi audio durante le loro “ore di lavoro”, per noi, per il movimento no tav «C’è Lavoro e Lavoro», ci sono lavori che aiutano a vivere e lavori che uccidono, lavori che migliorano e lavori che devastano, lavori che vanno valorizzati e lavori che vanno bloccati. Quelli che da molti vengono definiti lavoratori per il movimento no tav sono devastatori.

Fonte: www.notav.info

“Allontanati” per avere manifestato contro le scorie nucleari; il destino di chi si oppone. Succede spesso così: non ci meravigliamo, non ci spaventiamo ma ci lasciamo incuriosire dalle sempre più fantasiose strategie repressive che governi, procure, questure scelgono per attaccare il diritto al dissenso. Anche stavolta è andata così. Fogli di via della durata di due anni dai comuni di Chiomonte, Exilles, Giaglione, Venaus, Susa, Bussoleno e Chiomonte (Val Susa) per almeno cinque compagni palermitani. La colpa? Avere protestato (o tentato di protestare) contro il passaggio di un treno carico di scorie nucleari (un treno della morte, insomma) diretto in Francia e passante da alcuni comuni piemontesi – ovviamente all’insaputa degli stessi abitanti di tali comuni. Colpevoli di manifestare contro il nucleare quindi, ma non solo: il provenire a Bussoleno quella notte (tra il 23 e il 24 luglio) dal campeggio NoTav di Chiomonte renderebbe di per sé necessario il provvedimento in quanto è da lì – da quel campeggio più volte minacciato di sgombero – che partono le “azioni violente” contro il cantiere ed è lì che si annidano i pericolosi estremisti NoTav. Queste almeno sono le giustificazioni della Questura di Torino.In altre parole: è inaccettabile manifestare contro il Nucleare; è diabolico essere anche un NoTav. Se stanno cercando di spaventare, isolare i valsusini, minare la nostra stessa possibilità di solidarizzare, costruire relazioni e, perché no, opposizione, lotta e resistenza comune sappiano che sono molto lontani dalla soluzione dei loro problemi. Quella valle, per quanto militarizzata – ormai paragonabile a Gaza per il numero di fili spinati, check point, fermi di massa – ha ormai ridisegnato le nostre mappe della libertà, e liberi ci sentiamo tutt’ora di andare in ValSusa e resistere tanto alle scorie nucleari quanto alla Tav e all’arroganza del potere politico e giudiziario.

Centro Sociale ExKarcere

Centro Sociale Anomalia

Collettivo Universitario Autonomo Palermo

In prefettura si è tenuta la riunione del comitato regionale per la sicurezza, nella quale il presidente della regione Antonio Saitta chiede lo sgombero del campeggio notav, definito dallo stesso Saitta “un campo militare”. È da qualche giorno che politici, sindacati di polizia, digos, giornalisti utilizzano vocaboli senza senso, lontani dalla realtà, usati solo per fare “scoop”, per non dover ammettere che in val susa c’è una resistenza popolare in atto, che risponde all’arroganza del potere, che si dice democratico ma che non ascolta una valle intera che si oppone contro una scellerata opera. Ovviamente Saitta non poteva esimersi dal non citare, nel suo intervento, la retorica della legalità tanto cara ai politici come ai magistrati, sapendo però bene che proprio il cantiere è illegale perché installato senza nessun progetto di lavori esecutivi. Allo stesso modo si comporta il siulp, sindacato di polizia, che chiede al ministro dell’interno l’intervento dell’esercito, sapendo bene che il cantiere illegale di Chiomonte è già sito strategico di interesse nazionale e che le forze militari, con reparti speciali stanziano da mesi al suo interno. La val di susa è già militarizzata e si è potuto appurare nuovamente a Bussoleno la notte scorsa durante il presidio notav- nonuk contro il passaggio del treno radioattivo. Quindi il siulp forse vuol lasciare intendere che di fronte ad una opposizione popolare ci vogliono i carri armati e fucili spianati? Alla richiesta di sgombero chiesta dai soliti Cota ed Esposito, quindi si aggiunge a gran voce Saitta al quale proprio non va giù sapere che a Chiomonte c’è un campeggio popolare, autogestito, dove si fanno dibattiti, incontri, spettacoli, dove si mangia bene e si sta tutti insieme, uniti dalla lotta contro il tav. Nessun campo militare, nessun sentiero ad ostacoli sul quale allenarsi alle pratiche di guerriglia, nessuna gerarchia militare. Nel campeggio notav ci sono donne e uomini, giovani e giovanissimi che non hanno bisogno di campi militare per sapere come si difende il proprio territorio, come circondare un cantiere che nessuno vuole e che tutti insieme si decide di smontare, riuscendoci anche molto bene…Questa è la val susa, questo è il movimento notav, che decide quando, dove e come fare le iniziative. Guarda la conferenza stampa di presentazione alla marcia popolare notav di sabato 28 luglio nella quale il Movimento invitata tutti a parteciparvi.

Fonte: Infoaut

La Valle completamente militarizzata l’altra notte non solo per il Tav come purtroppo siamo abituati, ma per il passaggio di un treno nucleare contenente le scorie che da Saluggia vengono portate a Le Hague, nel Nord-Est della Francia, dove vengono riprocessate. Un passaggio pericoloso per la salute degli abitanti nel cuore del Piemonte, che senza saperlo si trovano un carico nucleare sfrecciare vicino alle proprie case. La pericolosità di questi treni è documentata da tempo ma per la Democrazia a cui tanto si appellano i vari Bersani, tutto passa in secondo piano ed è più importante il viaggio della morte piuttosto che la sicurezza dei cittadini. Avevamo deciso di manifestare alla stazione di Bussoleno per rendere pubblico questo fatto gravissimo visto che nemmeno i sindaci dei comuni interessati al passaggio lo sapevano, in barba alle più elementari norme di sicurezza e prassi istituzionali. Terminato il coordinamento dei comitati al campeggio notav in circa duecento ci siamo spostati alla stazione di Bussoleno in treno e con le macchine e lo scenario che ci si è presentato è stato allucinante: decine di mezzi delle forze dell’ordine, centinaia di agenti in assetto antisommossa e decine di luci blu a squarciare il cielo della notte in Valle, nervosi e pronti a tutto. Il treno partito da Chiomonte con i nota a bordo è stato fermato e sequestrato per ore senza nessun motivo se non quelo di far vedere un pò di muscoli da parte della Questura Torinese. Una notta tesa, con poliziotti, digos e carabinieri molto nervosi che gridavano, ai manifestanti che provavano a mettersi di mezzo contro il treno radioattivo: “ci avete rotto i coglioni”, “non possiamo sempre subire”, “ci state portando alla guerra”…? “La guerra l’avete iniziata voi, un anno fa”, rispondevano i notav. “Non vi rendete conto che la Tav comunque si farà” proseguivano gli agenti. “Noi siamo convinti di vincere” ribadivano i notav. Tutto questo mentre a Chiomonte andava in scena una prova da “bulletti di quartiere” con una cinquantina di agenti schierati verso il campeggio con ruspa e idrante che di tanto in tanto sparava acqua nei prati per spaventare un po’ i notav rimasti a presidio del campeggio. Un’ azione durata quattro ore con l’avanzata e l’indietreggiamento dei reparti per far credere ad uno sgombero del campeggio e mettere un po’ di pressione ai notav a Bussoleno. Tutto questo per il passaggio di un treno carico di morte e per il cantiere di un treno carico di debiti e arroganza.

Fonte: www.notav.info

Il No Tav sbarca oltre confine e approda in Francia. Ieri pomeriggio alcuni giovani sono entrati nella sede Rai di Parigi, occupandola simbolicamente, per protestare contro il modo in cui i principali media italiani, in particolare la Rai, stanno partecipando alla criminalizzazione del movimento No Tav, senza mai dare spazio alle ragioni che portano tante e tanti, della Val di Susa e non solo, ad opporsi ad un’opera non solo inutile ma dannosa. “Una volta entrati abbiamo chiesto ed ottenuto che dal fax della sede Rai fosse diffuso un testo da noi prodotto. L’azione – proseguono gli attivisti – segue di pochi giorni il presidio di sabato pomeriggio, in cui un centinaio di manifestanti No Tav si sono riuniti davanti al Centre Pompidou in solidarietà con il movimento No Tav italiano, dando vita anche ad un corteo che è arrivato fino a Place du Chatelet”. Ecco il testo completo del volantino prodotto e diffuso attraverso Rai Parigi dai No Tav Paris: “Se siamo qui oggi non è perché ci mancano le lotte di casa nostra ma perché quella del NO TAV è una bella storia e, come si dice nel dialetto ibrido Italo-Francese delle valli “a fa piasì cuntela” (fa piacere raccontarla). La storia inizia 20 anni fa con un poche centinaia di persone che iniziano ad organizzarsi per dire no ad un opera inutile e continua oggi con un popolo in lotta che, da ogni parte d’Italia, è capace di mettere in crisi i processi decisionali della politica istituzionale. La storia no tav è la storia di un gruppetto di “irriducibili” che, grazie alla sua testardaggine e alla forza delle sue idee, diventa sempre più grande e vuole rovinare i piani messi in atto da governi sempre più dediti alla speculazione finanziaria e totalmente miopi verso le esigenze delle popolazioni. Il popolo NO TAV, dal 2000 a oggi ha tante battaglie epiche da raccontare (come la liberazione di Venaus nel 2005, le manifestazioni con 70.000 persone che attraversano la valle,…) tante storie tristi (come quelle del suicidio/omicidio in carcere di Sole e Baleno, quelle del G8 di Genova, quelle delle violenza delle ruspe e della polizia). I vecchi e le famiglie nei presidi possono raccontare come la valle abbia costruito un nuovo tipo di socialità e di democrazia reale che nessuno sgombero potrà ormai toglierle. Possono raccontare delle intersezioni e delle risonanze costruite nelle battaglie per i beni comuni (per l’acqua pubblica, contro il nucleare). Il movimento NO TAV ha saputo uscire dalle valli e parlare all’Italia (e oggi vogliamo parlare anche alla Francia). E questo è successo perché il NO TAV parla di spreco di denaro pubblico, inserendolo nel dibattito attuale sul debito e sulla crisi finanziaria. Il TAV è il simbolo materiale del voler far pagare la crisi a chi sta in basso tutelando gli interessi delle élite e delle lobby. Il no alla tav è la risposta a quei ceti politici incapaci di rappresentare i nostri bisogni. É la reazione propositiva a chi, come in Italia, così in Grecia e in Francia ci parla a reti unificate di austerity e sacrifici, dicendoci che non ci sono alternative, che bisogna farli. La nostra risposta alla logica della crisi è in queste equazioni, che certo non servono economisti per spiegare: 1cm di tav= 1 borsa di studio, 1m di tav= 1 scuola, 1Km= un ospedale, etc…E se anche i governi, con la complicità dell’informazione e della magistratura cercano di fermarci vogliamo ribadire, anche da qui, che ormai non basta più. Hanno provato con il giochetto di dividerci, di isolare i buoni dai cattivi, ma anche lì il movimento ha dimostrato la sua unità e la sua intelligenza nell’affermare che dietro ogni atto di resistenza ci siamo sempre stati tutti e sempre ci saremo! Il popolo NO TAV continua ad andare avanti a testa alta. Con allegria, senza timore, con coraggio, senza paura, con forza, senza panico, non faremo un passo indietro. Oggi occupiamo l’ufficio stampa RAI a Parigi per far giungere la nostra solidarietà a chi ormai da 8 giorni consecutivi è in mobilitazione perenne in Val Susa e in tutta Italia. Vogliamo segnalare che anche da questo lato delle Alpi sta iniziando a prendere voce il fronte del NO. Inoltre, qui come in Italia vogliamo denunciare ancora una volta il ruolo di parte dei media, che hanno scelto, in questa battaglia come in molte altre, di stare dalla parte degli interessi e della politica dei palazzi, partecipando attivamente ai meccanismi della criminalizzazione e della costruzione del terrorista”.

Ma la lotta No tav trova proseliti e solidarietà anche tra le comunità indigene dello stato di Oaxaca, a quelle ribelli in Chiapas e in tutto il Messico che si oppongono ai progetti imposti dalla Banca Mondiale e dal FMI: dighe, autostrade, miniere, megaprogetti del capitalismo verde e poli turistici. Compagni e compagne che si battono anche qui per la difesa dei beni comuni e delle risorse naturali contro il modello di sviluppo neoliberista che saccheggia i territori e pretende di riorganizzarli rendendoli schiavi della logica del profitto. Anche in Messico come in Val di Susa le comunità ribelli si organizzano attraverso assemblee orizzontali che dal basso praticano autonomia e resistenza. Dal deserto di Wirikuta, alle lotte indigene in Guerrero; dalle comunità organizzate in Oaxaca per arrivare ai municipi autonomi zapatisti in Chiapas un filo rosso collega, dal basso a sinistra, queste esperienze alle mobilitazioni della Val di Susa e dei comitati del “NO”. In questi giorni con l’Alleanza Magonista Zapatista (AMZ) si è tenuto un incontro politico nel quale erano presenti il Collettivo Autonomo Magonista (CAMA) di Città del Messico, le Organizzazioni Indie per i Diritti Umani a Oaxaca (OIDHO), il Comitato per la Difesa dei Diritti Indigeni di Xanica (CODEDI) e la Piattaforma Internazionalista per la Resistenza e l’Autogestione Tessendo Autonomia (PIRATA). “Si è parlato – hanno detto i responsabili della Piattaforma – anche della lotta in Val di Susa, di questi giorni concitati, del coraggio di Luca e di tutti i compagni e le compagne che si stanno battendo nella manifestazioni, nei blocchi, nei presidi presenti ormai in tutto il Paese. Con una parte di cuore in valle questo vuole essere un piccolo messaggio di solidarietà dall’altra parte dell’Oceano: uno striscione in cui ribadiamo che “La difesa del territorio unisce i popoli: No al TAV in Val di Susa! Daje Luca!”; una frase e un pensiero per ricordare che non siate soli/e, siamo con voi, con la resistenza di Luca, con la dignità di questa lotta, con chi nemmeno dentro il carcere smette di urlare NO TAV!

Intanto continuano le iniziative di mobilitazione in Valle e dopo il rifiuto di Napolitano, ieri a Torino, di incontrare gli amministratori No Tav, ecco che a Bussoleno stasera, alle 18 a piazza Mercato, è previsto il ritrovo degli attivisti per partire alla volta di Chiomonte. Da lì i No Tav a turno leggeranno ininterrottamente per 24 ore le 150 ragioni contro l’alta velocità. Sarà una maratona di lettura, aperta a tutti, a cui tutti potranno partecipare con momenti per intrattenersi al riparo durante la notte. Lo slogan che unisce questa manifestazione è: “Siccome non l’hanno capito, spieghiamoglielo bene!”.

E’ anche confermato che non ci saranno esponenti del Partito Democratico alla manifestazione per lo sciopero generale della Fiom del 9 marzo, a Roma, in piazza San Giovanni. La decisione annunciata dalla segreteria dopo l’incontro con Fassina, uno degli esponenti che erano intenzionati a partecipare. Alla base del dietrofront, la presenza sul palco, su invito della Fiom, di esponenti No Tav. “La manifestazione – recita il comunicato piddino – sta però assumendo un significato diverso dalla iniziale piattaforma, tutta centrata sul lavoro, con il sostegno che la Fiom ha dato fin dall’inizio alla battaglia dei No Tav, una posizione che stride con l’orientamento maggioritario dei democratici”. La verità invece è che per il PD, partito dell’alta velocità, preme di più realizzare la grande opera piuttosto che salvaguardare i diritti dei lavoratori.

E’ stato dichiarato fuori pericolo Luca Abbà, il leader No Tav rimasto folgorato lunedì su un traliccio dell’alta tensione sul quale era salito per protestare contro l’ampliamento del cantiere della Tav in Val di Susa. Lo ha reso noto Maurizio Berardino, direttore della rianimazione dell’ospedale Cto di Torino dove Abbà è ricoverato. “Luca Abbà – ha riferito Berardino – è stato sottoposto a un intervento di chirurgia plastica muscolare al fine di ridurre le conseguenze della scarica elettrica. Il quadro generale – ha aggiunto – ha confermato la tendenza al miglioramento della funzione renale e respiratoria. La risonanza magnetica eseguita ha permesso di valutare l’entità del danno da folgorazione, che ha interessato soprattutto il braccio destro, danneggiato nella componente muscolare e nervosa, e la gamba destra, cha ha riportato soltanto danni muscolari. Attualmente – ha reso noto Berardino – è in corso un intervento di fasciotomia esplorativa effettuata dai medici del gruppo di chirurgia plastica per grandi ustionati dell’ospedale, diretto da Maurizio Stella. Il problema delle tossine nel sangue, invece, è stato già risolto”. Secondo quanto riferito da Berardino, vi potranno essere problemi motori almeno all’inizio e il lavoro sui nervi comincerà a partire dal secondo o terzo mese dall’incidente.

Stamattina una breve protesta No-Tav si è verificata, a Milano, in una stazione secondaria, quella di Rogoredo. Una ventina di manifestanti, intorno alle 8, all’arrivo di un treno Frecciarossa proveniente da Torino e diretto a Roma, hanno occupato temporaneamente i binari per lasciarli prima dell’arrivo della Polfer. Secondo quanto riferito dalla polizia non ci sono stati attimi di tensione e il treno è ripartito. Oggi però è un giorno importante in val di Susa, è il quinto giorno di mobilitazione continuo e il governo nella giornata si pronuncerà in un tavolo straordinario sulla Torino Lione. Dopo giorni così intensi e difficili è giunto il momento per il movimento di ripartire, da una discussione collettiva per rilanciare con iniziative che sappiano andare oltre l’immediato delle risposte quotidiane. L’appuntamento perciò è alle ore 21 presso il salone polivalente di Bussoleno per un’assemblea che si annuncia molto partecipata.

Sempre oggi è stata resa nota la richiesta al governo di ricevere i sindaci della Valle di Susa “senza riserve mentali” e aprire un confronto reale su opportunità, praticabilità e costi dell’opera e sulle eventuali proposte alternative alla Torino-Lione, un tavolo pubblico con la partecipazione di esperti nazionali e internazionali. Questo l’appello che vede come primi firmatari don Luigi Ciotti e il giurista Livio Pepino, sottoscritto dal leader nazionale di Sel Nichi Vendola e da sindaci come Michele Emiliano, primo cittadino di Bari, e Luigi De Magistris, sindaco di Napoli. Tra i firmatari ci sono anche il sociologo Marco Revelli, il docente di diritto Ugo Mattei, Giorgio Airaudo, responsabile nazionale della Fiom Auto. E nomi del territorio come il consigliere di Sel Michele Curto e figure nazionali come il presidente nazionale dell’Arci Paolo Beni. “Dopo mesi in cui la politica ha omesso il confronto e il dialogo necessari con la popolazione della valle – scrivono nel documento – la situazione di tensione in Val di Susa ha raggiunto il livello di guardia, con una contrapposizione che sta provocando danni incalcolabili nel fisico delle persone, nella coesione sociale, nella fiducia verso le istituzioni”. L’appello mette al primo posto la condanna della violenza ma aggiunge che non ci si può limitare a questo. “La contrapposizione e il conflitto possono essere superati solo da una politica intelligente, lungimirante e coraggiosa. La costruzione della linea ferroviaria è una questione non solo locale ma riguarda il nostro modello di sviluppo”. Un governo di tecnici, è la conclusione “non può avere paura dello studio, dell’approfondimento, della scienza”.

Domani invece già sono in calendario due iniziative di sostegno alla lotta dei No Tav. Il primo si svolge a Roma, a partire dalle 15, dove è stato indetto un corteo che sfilerà da Piazzale Tiburtino a San Lorenzo per tutta la Prenestina e via di Portonaccio. Nel volantino di convocazione dell’iniziativa si legge: “Le popolazioni della val Susa stanno subendo una repressione di proporzioni assurde, per la loro opposizione ad un’opera inutile e dannosa per la salute. Dannosa perché i minerali di cui sono composte le montagne che dovrebbero essere perforate dalle trivelle sono ricchi di amianto ed uranio, lo prova l’alta incidenza dei tumori provocati dai lavori della linea ferroviaria già presente in valle. Le perforazioni danneggeranno profondamente il delicato equilibrio idrogeologico della zona, con l’essiccazione di torrenti e fonti naturali, costringendo per anni gli abitanti dei paesi limitrofi a bere acqua inquinata o addirittura a servirsi di autobotti. Queste previsioni sono supportate da numerose perizie geologiche e dall’evidenza della devastazione che i cantieri TAV hanno già portato nella zona del Mugello. La cementificazione dovuta al cantiere annienterà numerosi vigneti e campi degli agricoltori della zona con gravi conseguenze sulla microeconomia della valle. L’opera impatterà sull’ecosistema complessivo dell’area, già interessata da un orripilante viadotto autostradale e dalla linea “storica”. Inoltre nessun beneficio di natura economica verrà alla popolazione Valsusina né a quella italiana, l’opera ingrasserà poche ditte ed i politici a loro legate. La partecipazione al corteo di sabato sarà un atto minimo di solidarietà verso chi disperato combatte per la salute propria e delle generazioni successive. Il percorso del corteo inoltre non è casuale, infatti incrocerà due occupazioni di ex operai delle ferrovie licenziati o in cassa integrazione a causa della folle ristrutturazione verso l’alta velocità che hanno attuato le ferrovie dalla loro privatizzazione in poi, ristrutturazione che sa tanto di rottamazione e speculazione economica, della quale subiremo le conseguenze tutti e tutte noi”. E l’altro appuntamento è invece a Catania, dove al grido “Siamo tutti No Tav. Più treni per il Sud e più trasporti per tutti” Cobas, Collettivo Experia, Open Mind, Rifondazione Comunista, Movimento studentesco catanese, collettivo Red Militant e Arci danno appuntamento alla stazione ferroviaria alle ore 11.30. Nel manifesto di convocazione si legge: “Questo blitz militare è l’esempio di come s’intende la democrazia da parte dei propugnatori della TAV: senza alcuna copertura legale militarmente, disprezzando la vita umana. La TAV dovrebbe quindi essere costruita violentando non solo la natura della Val Susa, ma passando sui corpi dei Valsusini, sui corpi di tutti coloro che si oppongono a questa inutile, costosa e devastante grande opera. Dalla Sicilia oltre al danno della TAV subiamo la beffa del progressivo smantellamento della rete ferroviaria non solo isolana. Trenitalia ha voluto drasticamente tagliare i treni passeggeri notturni a lunga percorrenza. Questi treni servivano soprattutto il sud, collegandolo al Nord del paese ed i pendolari e gli studenti siciliani che si spostano verso i luoghi di studio e di lavoro del nord Italia. La decisione di tagliare i treni dimostra come la gestione delle aziende privatizzate vada sempre e comunque a peggiorare le condizioni dei servizi pubblici perché non guarda alle esigenze della collettività. E’ assurdo che si siano letteralmente buttati a mare miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto e se ne buttino ancora adesso per la Tav ed altre grandi opere inutili che devastano l’ambiente e nel frattempo un’ azienda che è un bene comune, costruita coi sacrifici e le tasse dei lavoratori sia smantellata in nome delle logiche del profitto. Questo penalizza soprattutto la Sicilia ed i siciliani che debbono servirsi del treno per le proprie necessità quotidiane. Col risultato che, oltretutto, si licenziano i lavoratori delle ferrovie e si incrementa il trasporto su gomma di merci e persone, quando invece bisognerebbe incrementare le infrastrutture a disposizione di tutti. Tutto questo accade in un contesto in cui il governo Monti vuole continuare a privatizzare altri settori dei servizi pubblici, come l’acqua, lo smaltimento rifiuti, calpestando la volontà popolare espressasi con il referendum. Diciamo basta a tutto questo”.

Non si arresta la lunga giornata No Tav. E’ iniziata da poco presso Vernetto frazione di Bussoleno l’assemblea popolare che si svolge in aperta autostrada dove da stamattina sono operativi i blocchi per protestare contro lo sgombero della Baita Clarea dove Luca Abbà si è ferito gravemente cadendo da un traliccio dell’alta tensione dove era salito per protesta. Intanto pochi minuti fa è stato confermato che una macchina non si è fermata al blocco a Bussoleno e ha investito un manifestante che adesso un’ambulanza sta portando all’ospedale di Susa. Nel pomeriggio, oltre alle tante manifestazioni di solidarietà in tutta Italia che sono ancora in corso, scioperi spontanei si sono registrati presso gli stabilimenti della Valsusa. Gli operai della Azimut hanno interrotto il lavoro e sono usciti dalla fabbrica. La Fiom ha annunciato copertura sindacale a chi si è fermato ed anche i sindacati di base hanno partecipato alle mobilitazioni. Intanto a Roma è stato occupato un binario del Frecciarossa e a Palermo una cinquantina di attivisti hanno contestato Bersani al grido di “Bersani vergogna. Luca in fin di vita per i vostri profitti”.  

Oltre centomila No Tav già da mezzogiorno si erano radunati davanti alla stazione di Bussoleno per il corteo verso Susa. Otto chilometri di marcia costeggiando la zona dove dovrà passare la nuova linea. Molti manifestanti sono arrivati in pullman dalle principali città italiane. Pullman da Roma, Bergamo, Milano, Perugia. In testa al corteo un carro allegorico dedicato alla Banca centrale europea con tutti i leader europei. Alle 16.15 il corteo è arrivato alla stazione di Susa e molti manifestanti si sono fermati nei giardini. Il corteo ha poi proseguito per passare davanti al municipio. Il sindaco di Susa, Gemma Amprino è più volte finita nel mirino del movimento per le sue posizioni a favore della linea. Dal palco si susseguono diversi interventi: il giurista Ugo Mattei “E’ una battaglia legata ai beni comuni. E’ della Valle di Susa ma è a disposizione di tutti: contrasta un modello di sviluppo che ci mette tutti a rischio. Deve pagarlo tutta l’Italia e quindi la battaglia riguarda tutti, rispetto al risanamento e alle spese. E’ una battaglia locale, ma che riguarda tutti. Siamo molto vicini a tutti ragazzi arrestati. Stiamo mettendo in piedi un gruppo di giuristi civilisti a livello italiano. E’ il momento del contrattacco giuridico per i beni comuni che richiedono rispetto dei diritti civili”; Sandro Plano Comunità Montana Val di Susa “Diciamo no alla militarizzazione della Valle, no alla Torino-Lione che è un’opera inutile e costosa e no ai tagli al trasporto pubblico. La nostra non è una battaglia per il nostro giardino, ma è per la democrazia, per uno sviluppo diverso e per un futuro migliore per noi e per i nostri figli”; Alberto Perino leader No Tav “Dalla marcia di oggi dobbiamo prendere coraggio perché la strada è ancora lunga e la lotta tanto lunga. Sono arrivate qui tante persone da tutta Italia e soprattutto dalla Valsusa. Tra lunedì e martedì invito tutti a essere là sui nostri terreni: noi padroni a casa nostra. E se hanno il coraggio di farci sgomberare, noi non abbiamo paura di queste persone che hanno il disprezzo assoluto della legalità. Martedì mattina ci sarà un nuovo blitz alla Maddalena, al 99 per cento rifaranno quello che hanno fatto il 27 di giugno. Manu militari cercheranno di togliere dai piedi quelli che sono lì, sbaraccare la baita e prendere tutti i terreni, non solo quelli che servono al cantiere. Lo faranno senza nessun diritto e senza uno straccio di giustificazione legale. Loro sono i più forti, i più violenti, hanno i magistrati e fanno quello che vogliono. Noi saremo lì, lo diceva Gandhi: le leggi ingiuste si ignorano”; Maurizio Landini segretario nazionale della Fiom “Per me è stata la prima volta qui, non è così per la Fiom che è da sempre vicina a voi. Qui c’è un problema di fondo: da questa crisi non si esce se non si cambia modello di sviluppo. Serve processo che parte dal basso e mette al centro la sostenibilità e il consenso delle persone. La vostra battaglia non può essere solo una battaglia locale, deve essere nazionale. Venite il 9 marzo a Roma alla nostra manifestazione nazionale”.

Un’altra straordinaria giornata di mobilitazione No Tav. Una nuova prova di maturità per un movimento che non accetta di essere messo in un angolo neanche dal super-procuratore baciamo-le-mani Giancarlo Caselli e risponde – come sempre – con serenità e a testa alta. 10.000 persone hanno attraversato ieri la città di Torino nell’unica nevicata dell’anno sul capoluogo piemontese. Tante le persone scese dalla valle e tanti i torinesi che hanno sentito la necessità di portare la loro solidarietà personale o di gruppo ai compagni arrestati* per la loro generosità nella lotta. Fitte delegazioni da Milano, Genova, Bologna, Livorno, Cremona e altre città del nord Italia. Articolata e varia la protesta che prende le forme della creatività personale nella costruzione di striscioni e cartelloni auto-costruiti per ricordare il compagno più caro, l’arrestato del paese, l’ex compagno di banco o  il barbiere che terrà aperto il negozio nonostante sia rinchiuso in una cella (miracoli della contro-cooperazione valsusina!). Sopra tutto, spicca però la richiesta della liberazione incondizionata di tutti perché il movimento non accetta le divisioni tra buoni e cattivi e, come Alberto ricorda, “Siamo tutti black bloc”. In apertura, uno sbarramento di carriole con detriti del cantiere e candelotti di lacrimogeni tra le centinaia raccolti dall’estate a oggi, il tutto scaricato difronte al Palazzo della Regione del governatore leghista Cota (padrone a casa degli altri). Chi gufava sull’iniziativa, magari confidando nel tempo ostile, è rimasto deluso; ai No Tav, la consapevolezza di poter tornare a casa fieri e soddisfatti una volta ancora capaci di determinare la risposta all’altezza della sfida che viene posta. Una fitta serie di iniziative vedrà la luce nelle prossime settimane: una cena benefit  per gli arrestati martedì sera alla Credenza di Bussoleno, altre iniziative sotto al carcere e soprattutto -perché non è la repressione a dettare la nostra agenda- una grande manifestazione nazionale contro il Tav e a difesa dei beni comuni da Susa a Bussoleno il prossimo 25 febbraio.

La Val Susa (e il No Tav tutto) paura non ne ha!

Fonte: http://www.notav.info