Il fumo dei bombardamenti ha oscurato il sole nella giorno di guerra più sanguinoso nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’offensiva israeliana. Raso al suolo Sajaya, un intero quartiere di Gaza City. Oltre centoventi morti in un giorno, 17 bambini. Dopo 14 giorni l’operazione “Protective Edge” (Margine protettivo) ha fatto finora circa 500 vittime. Ieri uccisi anche 13 soldati israeliani (18 le vittime di Israele in totale). Tra questi due soldati israelo-americani: il californiano Max Steinberg e il texano Nissim Sean Carmeli. Hamas ha annunciato la cattura di un soldato israeliano, ma l’ambasciatore di Israele alle Nazioni Unite ha smentito la notizia, l’esercito ha detto che sta controllando.
Ieri a Gaza City, un intero quartiere, Sajaya, è stato spazzato via dalle bombe: 97 i palestinesi uccisi. Secondo il ministero della Salute di Gaza tra le vittime ci sono 17 bambini e 14 donne. Centinaia i feriti. Centinaia anche i residenti nel panico che sono fuggiti dal quartiere. Dopo l’alba decine di feriti provenienti da Sajaya sono stati trasportati nell’ospedale Shifa di Gaza. Genitori portavano bambini colpiti da frammenti, e le sale di pronto soccorso si sono rapidamente riempite, costringendo i medici a curare alcuni pazienti su materassi nei corridoi. “Si è aperta la porta dell’inferno, e i frammenti di proiettili sono arrivati attraverso le finestre”, ha raccontato al telefono Jawad Hassanain, residente di Sajaya. “La casa ha tremato, così ho preso mia madre, i miei figli e mio fratello, e abbiamo cercato rifugio in un palazzo vicino”. Fra le vittime, anche un addetto all’ambulanza e un giovane giornalista, Khalid Hamad. Nei giorni scorsi, l’esercito israeliano aveva invitato la popolazione di quei quartieri ad abbandonare l’area. Secondo l’Onu, gli sfollati sono oramai 81mila.
Ieri Hamas aveva richiesto ad Israele un cessate il fuoco di due ore per ragioni umanitarie, e lo Stato ebraico ha accettato, ma dopo appena un’ora le Brigate Ezzedin al-Qassam hanno ricominciato a sparare e la tregua è saltata, a conferma della frattura interna tra il braccio armato e quello politico di Hamas, il cui potere è sempre più insediato da gruppi salafiti e jihadisti.
Fonte: La Repubblica