Macao sgomberato per la seconda volta in pochi giorni. Stamattina alle 6 e 40 polizia e carabinieri, e in seguito anche l’esercito, sono entrati attraverso l’orto botanico dell’Accademia di Brera e hanno fatto irruzione nelle stanze di Palazzo Citterio a Milano. Irruzione, per modo di dire. Perché gli agenti e i militari erano nel cosiddetto assetto antisommossa, ma i sessanta ragazzi di Macao li aspettavano con le porte aperte. Scrivono in uno scarno comunicato quelli di Macao: “Per la seconda volta in una settimana, in due luoghi che hanno svelato forti criticità attorno alla gestione delle politiche economiche e culturali della città di Milano e del Paese, le questioni aperte da cittadine e cittadini sono state ridotte a questioni di ordine pubblico”. Val la pena ricordare l’impatto anche mediatico che ha avuto Macao non solo a Milano e in Italia, ma in tutto il mondo. L’occupazione di Torre Galfa, un grattacielo abbandonato nel pieno centro di Milano, nel cuore finanziario e a due passi dal Pirellone, ha rappresentato una denuncia sociale e culturale di una valenza incredibile. I Lavoratori dell’arte, gruppo che ha lanciato questa operazione culturale e politica, hanno messo a nudo un problema che in molti fingono di non vedere: la cementificazione selvaggia della città a colpi di grattacieli, a fronte dell’abbandono di spazi fondamentali e importati per motivazioni sconosciute. In pochi giorni Macao, nella Torre Galfa, è diventato luogo di incontro e di speranza. Ci sono stati grandi artisti, dagli After hours a Dario Fo e Lella Costa: assemblee sulla cultura, idee e progettualità per fare di Milano non soltanto un luogo di cemento e affari, ma anche un posto dove riprendere a tessere idee ed esperienze. Poi lo sgombero. E l’assemblea permanente in via Galvani, alla quale ha partecipato anche il sindaco Giuliano Pisapia che a sorpresa ha proposto l’ex Ansaldo di via Tortona come officina di sperimentazione e progettualità per la cultura nella città. L’occupazione di Palazzo Citterio ha rappresentato invece un’altra sfida al sistema di disattenzioni istituzionali e di strani abbandoni. Un luogo inutilizzato a Brera. E ora? Il problema-cultura è stato posto, l’amministrazione ha raccolto positivamente la sfida. Il problema della speculazione edilizia e delle logiche perverse del mattone e del cemento ovunque, invece di ripensare e recuperare luoghi abbandonati, è ancora aperto. Ma da Milano all’America, se n’è parlato. Ed è già un passo avanti.
Fonte: www.globalist.it